giovedì 29 settembre 2011

ROCK TARGATO LORDS


MILANO. PAOLO FORNO. C'è anche un gruppo trentino tra le migliori band emergenti italiane del 2011. I “Le Origini della Specie”, formazione proveniente dalla Val di Non, escono vincitori dalla ventitreesima edizione di Rock Targato Italia, il più importante concorso per artisti e gruppi indipendenti della penisola.
A distanza di un anno dalla formazione, i “Lords” si impongono a livello nazionale classificandosi tra gli 8 trionfatori del prestigioso contest.
Un risultato che giunge a coronamento di una settimana indimenticabile per i 4 giovani musicisti trentini.
“Quella che si è appena conclusa -spiega il cantante Claudio Pilloni- è stata sicuramente la settimana più importante nella pur breve storia del gruppo, o quanto meno la più densa di eventi significativi per il nostro percorso musicale.
In pochi giorni siamo stati trasportati idealmente dai luoghi più belli e significativi della Val di Non ad un palco prestigioso in un contesto interessante e motivante”.
Soltanto una settimana fa il gruppo aveva presentato il videoclip “Il Migliore”, primo video ufficiale della band trasformatosi subito in un “fenomeno mediatico”: più di 3000 i contatti su Youtube registrati in pochi giorni.
Poi la trasferta a Milano per le finali del concorso che si è concluso proprio con l'esibizione dei “Lords” domenica sera. “Dopo il concerto -affermano i giovani rockers- eravamo tutti soddisfatti e la cosa che personalmente ci ha dato maggior carica, oltre ai vari complimenti ricevuti dopo lo show, è stato sentire gli apprezzamenti che arrivavano dalle prime file tra una canzone e l'altra: sicuramente una di quelle piccole cose che aiutano a dare il meglio di sé quando si è su di un palco”.
Il trionfo consente alla band trentina di comparire nella Compilation di Rock Targato Italia pubblicata dall’etichetta discografica indipendente Terzo Millennio e di esibirsi nelle serate promozionali in alcuni prestigiosi club italiani nella prossima edizione del contest.
Inoltre Rock Targato Italia metterà a disposizione della band il proprio ufficio stampa per promuoverne i dischi e le esibizioni. “Le Origini della Specie” nascono dall'incontro tra Claudio Pilloni, Denis Martintoni, Aldo Biasi e Federico Bergamo, già componenti di Catoblepa, Tryaxis, Sista Pollution, Drahma, Stone Martens e varie altre band trentine.

Nati nel 2009, hanno all'attivo un demo dal titolo “Sospesi” contenente il singolo “Il Migliore” del quale è stato prodotto il videoclip ufficiale, un filmato di quattro minuti in cui compaiono una quarantina di personaggi nonesi.
“Quando abbiamo deciso di realizzare questo videoclip -rivelano- siamo partiti con l’idea di coinvolgere soprattutto persone esterne al gruppo, e di organizzarci nella maniera più originale possibile. Un doveroso ringraziamento va a tutte le persone che erano presenti giovedì scorso per la presentazione ufficiale. È stata una serata a dir poco emozionante”.
(Da: Il Trentino del 27/09)

Mi unisco al coro dei congratulamenti e intanto sbircio la pagina di Youtube dove le visualizzazioni sono lievitate raggiungendo quota 3541. Una settimana fa eravamo tutti lì con gli occhi puntati sullo schermo, un bicchiere in mano e i sorrisi stampati. Tanto di cappello ai 4 Lord che hanno portato a termine un progetto ambizioso (il videoclip che ha portato via un'estate di lavoro, tra riprese e montaggio) e soprattutto un risultato sorprendente (Rock Targato Italia non è mica il concorso del bar Sport), ma meritato. Come nel caso dei Bastard, vincitori morali di X-Facror, e Anansi, che ha fatto la sua porca figura in quel di Sanremo. Sul rock made in Trentino si fa tanta retorica e si rischia di perdere di vista la sostanza: ci sono artisti che, alla qualità, uniscono impegno e passione, e non a caso sono loro a raggiungere determinati traguardi. Il mio personale pensiero sullo stato di salute della scena musicale trentina troverà spazio nei prossimi post. Per questa volta mi limito ad augurare a Claudio, Aldo, Fede e Dennis che questo sia l'inizio di una bella avventura. Da un trionfo a Rock Targato Italia sono partiti dei gruppetti emergenti come Timoria Estra, Unarazza, Scisma, Soon, La Sintesi, Audiorama e Marlene Kuntz, tanto per fare qualche nome....

mercoledì 28 settembre 2011

VOLERE E' POTERE



Prima convocazione del 2011 per la Commissione Bollettino Comunale, ieri sera. Presente l'intera redazione: Stefania Rizzardi, assessore allo Sport, ambiente e associazioni, i consiglieri comunali Enrica Biava, Barbara Brentari e Gianni Mascotti, ed io, naturalmente, in veste di direttore responsabile. Cinque amministratori, età media 30 anni, tutti alla prima esperienza all'interno di un consiglio comunale. Quando si parla (a ragione) di gerontocrazia nella politica e nella classe dirigente italiana, bisognerebbe cercare di trasformare la critica sterile in reazione costruttiva.
Partendo dagli esempi che vengono dal territorio, ad esempio. Coredo, nel suo timido microcosmo, può comunque vantare un interessante esperimento di cittadinanza giovanile attiva. Il consiglio comunale è composto per oltre un terzo “da under 30”, per più di un terzo da donne (e non voglio sentir parlare di quote rosa, che ritengo quanto di più umiliante nei confronti dell'emancipazione femminile), e soltanto due “over 50” occupano i seggi disponibili.
Ho portato l'esempio di Coredo non per autocelebrazione (che non avrebbe, peraltro, alcun senso) ma perchè la mia riflessione intendeva partire dall'unico esempio pragmatico di cui potessi parlare in prima persona.
Naturalmente l'esperienza coredana è soltanto una tra le decine di realtà politiche e associative esistenti a livello locale in cui i giovani ricoprono ruoli di responsabilità. Basti pensare al risultato della prima tornata elettorale delle neonate Comunità di Valle. Se è vero che la gente ha bocciato il nuovo ente disertando le urne, il dato positivo parla di una nutrita rappresentanza di giovani premiata a suon di voti (che sia un effetto dell'antipolitica?).
Si pensi poi alle ragazze e i ragazzi che, con qualità, impegno e tenacia riescono ad accedere a ruoli di responsabilità in ambito professionale, nonostante le resistenze delle caste. “Spazio ai giovani”, si è soliti strombazzare, soprattutto in campagna elettorale, quando la parola “giovani” risulta di gran lunga la più abusata, in particolar modo da chi detiene una poltrona da mezzo secolo e non intende mollare la presa. “Spazio ai giovani”, si ribadisce, quando qualcuno di loro ce la fa veramente. E allora le aspettative si moltiplicano e i colleghi più anziani, che pure avevano sostenuto il ricambio generazionale, iniziano a parlare di “inesperienza” del nuovo arrivato, stroncando ogni iniziativa del giovane eretico che osa sfidare le leggi immutabili dell'immobilismo.
Immutabile: che non è soggetto a mutamenti, che non può essere modificato.
Per potere bisogna volere, suggerisce un famoso proverbio. E quel volere può scatenare un cambiamento radicale o, quanto meno, una rivoluzione silenziosa.
Ma i giovani d'oggi possono essere il cambiamento? O meglio, vogliono esserlo?
Adesso rovesciamo la prospettiva geopolitica e prendiamo in analisi l'intera collettività giovanile occidentale, esercizio utile per comprendere la situazione nazionale e locale. Rispetto alla generazione dei grandi movimenti studenteschi e operai degli anni '60, un periodo impresso nella memoria collettiva come sinonimo di impegno civile e contestazione, attualmente sembra prevalere tra i giovani europei e americani un allarmante disinteresse. Ma le cose stanno davvero così?

martedì 27 settembre 2011

GIOVENTU' IN AZIONE

Scade il prossimo 3 novembre il bando per la presentazione di progetti giovanili promosso dall'Ue. I finanziamenti andranno a premiare soprattutto quei progetti rivolti a scambi culturali, professionali e di coinvolgimento dei giovani che interessano più culture e paesi.

Descrizione:
Il presente invito a presentare proposte si prefigge di sostenere partenariati con le regioni, i comuni, gli attori della società civile e gli organismi attivi nella responsabilità sociale delle imprese allo scopo di sviluppare progetti a lungo termine incentrati in varia misura sul programma «Gioventù in azione».

Obiettivi:Contribuire a incoraggiare le sinergie e la cooperazione tra la Commissione europea, attraverso l'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura, e i diversi attori che operano nel settore della gioventù condividendo risorse e pratiche al fine di massimizzare l'impatto del programma e raggiungere un numero maggiore di beneficiari.
Gli obiettivi specifici di tali partenariati sono i seguenti:

- incoraggiare il coinvolgimento delle regioni, dei comuni, degli attori della società civile e degli organismi attivi nella responsabilità sociale delle imprese a livello dei giovani europei e delle attività nel campo dell'istruzione non formale,
- sostenere lo sviluppo dello loro competenze in quanto organismi attivi nel campo della gioventù e impegnati a fornire opportunità di istruzione non formale ai giovani e agli operatori giovanili,
- promuovere lo sviluppo di reti sostenibili, lo scambio delle migliori pratiche nonché il riconoscimento dell'istruzione non formale.
Sarà data preferenza ai progetti che meglio riflettono le seguenti priorità.

Priorità permanenti del programma «Gioventù in azione»:
- partecipazione dei giovani,
- diversità culturale,
- cittadinanza europea,
- coinvolgimento di giovani con minori opportunità.

Priorità annuali del programma «Gioventù in azione»:
- anno europeo del volontariato,
- disoccupazione giovanile,
- crescita inclusiva,
- sfide ambientali globali e cambiamenti climatici,
- creatività e imprenditorialità.

Inoltre, sarà data preferenza a progetti ben strutturati, inquadrabili all'interno di una prospettiva a lungo termine e finalizzati all'ottenimento di un effetto moltiplicatore e un impatto sostenibile.

Attività:Il presente invito a presentare proposte contribuirà allo sviluppo di un programma articolato in una o più attività ispirate al programma «Gioventù in azione».

Tale programma di attività può essere:
- realizzato direttamente dal candidato (procedura A),
- o realizzato in cooperazione con uno o più «partner co-organizzatori», ampiamente coinvolti nella definizione e nell'attuazione del progetto e designati dal candidato all'atto della presentazione della domanda (procedura B).

In entrambi i casi (procedura A o procedura B), il programma di attività può prevedere la partecipazione di «partner associati». I partner associati partecipano all'attuazione delle attività proposte nell'ambito del progetto, ma non in pari misura e allo stesso livello di partecipazione dei partner co-organizzatori.

Beneficiari:Le proposte devono essere presentate da:
- un ente pubblico locale o regionale,
- un ente senza fini di lucro, attivo a livello europeo nel settore della gioventù (ENGO), al quale facciano capo organizzazioni associate in almeno otto (8) paesi partecipanti al programma «Gioventù in azione»,
- una società/impresa/ente a scopo di lucro attivi nella responsabilità sociale delle imprese a favore dei giovani.

Se nel progetto si indica che il programma di attività dovrà essere realizzato unitamente a uno o più co- organizzatori (procedura B), tale/tali organizzazione/i può/possono essere:
- enti pubblici locali o regionali,
- organizzazioni non governative senza fini di lucro, oppure
- enti senza fini di lucro, attivi a livello europeo nel settore della gioventù (ENGO), ai quali facciano capo organizzazioni associate in almeno otto (8) paesi partecipanti al programma «Gioventù in azione»,
- società/imprese/enti a scopo di lucro attivi nella responsabilità sociale delle imprese a favore dei giovani.

I candidati devono essere dotati di personalità giuridica e, alla data di scadenza per la presentazione delle proposte, devono essere legalmente registrati da almeno due (2) anni in uno dei paesi partecipanti al programma.

I paesi partecipanti al programma sono i seguenti:
- gli Stati membri dell'Unione europea: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria
gli Stati dell'Associazione europea di libero scambio (EFTA): Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera,
- i paesi candidati che beneficiano di una strategia di pre-adesione conformemente ai principi generali nonché alle condizioni e modalità generali stabiliti negli accordi quadro conclusi con questi paesi in vista della loro partecipazione ai programmi UE: Croazia e Turchia.

Importo disponibile:
€. 2 300 000

Modalità di partecipazione:
La sovvenzione massima destinata a ciascun progetto non può superare i 100 000 EUR. Il contributo finanziario dell'Agenzia non sarà garantito per importi superiori al 50 % delle spese totali ammissibili del progetto.
L'Agenzia si riserva il diritto di non distribuire tutti i fondi disponibili. Inoltre, benché nei progetti selezionati si punti a una rappresentanza geografica equilibrata, il principale fattore determinante relativo al numero di progetti finanziati per ciascun paese sarà costituito dalla qualità.


Le domande devono essere inviate,  al seguente indirizzo:
Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura
Programma «Gioventù in azione» - EACEA/13/11
BOUR 4/029
Avenue du Bourget/Bourgetlaan 1
1140 Bruxelles/Brussel
BELGIQUE/BELGIË

- per posta, farà fede il timbro postale,
- per mezzo di una società di corriere espresso, farà fede la data della ricezione da parte della stessa società di corriere (si prega di allegare al modulo di domanda una copia della ricevuta originale con la data del deposito).
Non saranno accettate le domande inviate tramite fax o posta elettronica.

ESTETICA E ARTE A COREDO



Giovedì prossimo a Coredo (Casa delle Associazioni ore 20.30) si terrà l'ultima serata de “L’Estetica dell’Uomo: dall’Età Classica alla Contemporaneità”, un progetto ideato e curato dall'associazione Anthropos che mi venne sottoposto lo scorso inverno dopo un incontro avvenuto per merito di Marco Forno, ex consigliere comunale di Coredo ed attuale esponente del direttivo dell'associazione.
Ritenendo questo progetto meritevole decisi di sostenerlo intervenendo con il mio assessorato alle politiche giovanili e di presentarlo al Piano Giovani di Zona della Predaia che, di fatto, lo ha approvato e finanziato.
Il progetto si inserisce a metà strada di un continuum che lega 3 diversi momenti culturali rivolti ai giovani: il progetto “Cinema, nazismo e morale della visione” curato dal regista Michele Bellio la scorsa primavera, e “Come nasce il Rock. Dal primo '900 alle ultime contaminazioni” che verrà portato avanti dal musicista ed esperto di storia della musica Massimo Faes nei prossimi mesi.
Questo tre progetti sono figli dell'esperienza maturata nel campo dell'arte e della musica in questi ultimi anni sul territorio della Predaia. Le prime due edizioni del progetto “Le 7 Chiavi” (2009 e 2010) avevano messo in luce la vivacità del panorama artistico/musicale giovanile locale e quell'esperienza ha rappresentato un'importante momento di libera espressività artistica.
Per questo ho deciso di fare un passo avanti e promuovere alcuni progetti “minori” (non per qualità, sia chiaro) che però fossero più incentrati sulla “didattica” ancor prima che sulla libera espressività.
“Questi giovanissimi musicisti che, con entusiasmo, ci chiedono di poter utilizzare le sala prove e di organizzare dei corsi di chitarra, conoscono le radici della musica che ascoltano (e suonano)?”
“I nativi digitali che maneggiano videocamere ultra tecnologiche con la massima disinvoltura, hanno qualche nozione di storia del cinema?”
“L'arte contemporanea di cui decine di artisti emergenti si dichiarano essere esponenti, può essere fine a se stessa e rimanere distante anni luce dalla storia dell'arte?”
Sono alcune delle domande che mi sono posto e alle quali ho cercato di dare una risposta concreta.
Io ritengo che la valorizzazione degli artisti locali e la formazione culturale sul territorio debbano andare di pari passo. Se vogliamo formare una nuova generazione di operatori culturali, se vogliamo che le arti e la cultura in generale possano diventare occasioni di professionalità, non può che essere la formazione la strada da seguire.
Per questo motivo, pur continuando a promuovere progetti artistici e musicali meno “didattici” (si pensi al concorso “Note di Maggio Live Contest” che ha dato spazio a due dozzine di band trentine e alla mostra artistica “A chi Piace la Paura” che ha ospitato 15 artisti emergenti), ho deciso di puntare su questi tre progetti che risulteranno sicuramente meno “popolari” ma che metteranno in luce qualità, doti personali e potenziale creativo dei giovani.
Per quanto riguarda il progetto che si concluderà giovedì sera, le motivazioni che hanno spinto i ragazzi di Anthropos ad ideare questo ciclo di incontri sono ben spiegate dagli stessi promotori e curatori del progetto: “le motivazioni risiedono nella consapevolezza della necessità, per una formazione culturale completa di un giovane, di conoscere le dinamiche culturali che hanno legato la storia del gusto a quella del pensiero, dalla civiltà classica a quella contemporanea. La realizzazione e la commissione di artefatti è stata legata a diverse ragioni nel corso dei secoli, da quelle celebrative di fasti politici a quelle divinatorie, sino a giungere al concetto profondamente contemporaneo (e Novecentesco) di art pour l’art, ma il comune denominatore è stato sempre, lungo queste epoche, la riflessione da parte dell’Uomo sul modo di pensare e dunque rappresentare se stesso. L’esecutore ha pensato di realizzare l’attività principalmente perché l’iniziativa si inserisce perfettamente nella serie di idee predisposte nei mesi scorsi da parte dell’Assessorato alla Cultura della comunità di Coredo, fortemente orientati verso una riflessione sull’Estetica e sulla produzione artistica. L’intervento è stato concepito immaginando l’attività come suddivisa in due momenti che si continueranno ad alternare nel corso degli incontri: ad una lezione che indaghi le forme artistiche, ed i modelli di rappresentazione, dovrà far seguito un momento di riflessione sulla corrispondente concettualizzazione filosofica”.
Il fine ultimo e più elevato di simile attività è lo sviluppo della consapevolezza della continuità di forme, motivi e tradizioni della rappresentazione e concettualizzazione dell’Uomo nel corso della storia e dell’Arte, partendo dal V secolo a.C. per arrivare fino al XX d.C. Nel corso degli incontri vi sono state delle interessanti aperture sui principali movimenti e sulla maggiori correnti artistiche che animano il panorama artistico attuale: il caso principale è rappresentato dal movimento dell’Iperrealismo e dal recupero del linguaggio figurativo tradizionale (seppur esasperato) effettuato dai suoi esponenti.
“Se inserito in un contesto storico e spaziale ben definito -spiegavano gli organizzatori ai componenti del Tavolo di Lavoro del Piano Giovani- il nostro argomento dovrebbe fornire ai giovani la possibilità di acquisire degli strumenti di base fondamentali per la comprensione delle principali fasi di rappresentazione e creazione artistica, nonché delle corrispondenti fasi filosofiche, nelle periodizzazioni tradizionali che noi tutti dovremmo conoscere: Antichità classica greca e romana, Medio Evo, età Moderna ed età Contemporanea. Inoltre fornisce degli strumenti conoscitivi di base per affrontare le attività proposte in altri progetti che durante l’anno l’Assessorato e la Giunta promuovono”.

COMUNI RICICLONI: COREDO C'E'!

Sono stati premiati oggi a Roma i Comuni Ricicloni 2011 e, anche quest’anno, è il Nord Italia ad aggiudicarsi il podio per la gestione dei rifiuti: Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, per la seconda volta è al primo posto della classifica di Legambiente. Ben 1290 comuni vincono l’appellativo di ricicloni 2011 per aver superato il 60% di raccolta differenziata, mentre ben 731 comuni si confermano “zoccolo duro” del concorso, comparendo da tre anni consecutivi nelle classifiche.
Il comune di Coredo si piazza alla posizione numero 276, direi un risultato più che positivo che conferma l'efficacia della nostra politica di sensibilizzazione nei confronti del problema della gestione dei rifiuti.
“Come dimostra il caso di Napoli, quello della gestione dei rifiuti è un settore da non sottovalutare – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Nonostante i passi avanti compiuti e gli exploit di Salerno e dei capoluoghi sardi, descritti dal dossier presentato oggi, rimangono ancora ampie zone problematiche, soprattutto a carico delle metropoli, sulle quali è urgente investire. La strada da percorrere è evidentemente quella dell’estensione del porta a porta, della costruzione degli impianti di riciclaggio (a partire dall’organico), della diffusione delle politiche di prevenzione e della realizzazione, per i rifiuti residuali non altrimenti riciclabili, degli impianti di smaltimento finale”.
Comuni ricicloni 2011 di Legambiente ha voluto premiare i comuni che avessero raggiunto già nel 2010 la quota che, per legge, è richiesta solo dal 2011 di almeno il 60% di raccolta differenziata (era del 50% lo scorso anno). La valutazione dei Comuni è avvenuta attraverso un Indice di Buona Gestione che ha considerato l'azione a tutto campo nel governo complessivo del settore rifiuti: produzione, riduzione, riciclo. Il risultato è stato positivo, considerando anche che se ai 1.289 comuni virtuosi (secondo Legambiente) aggiungessimo i 448 che hanno comunque superato il 50% di raccolta differenziata (richiesto dalla normativa per il 2010) arriveremmo alla quota di almeno 1.738 comuni in regola con la legge dello stato.
Esperienze consortili: uno dei pilastri della Green economy
Ad eccezione di Ponte nelle Alpi, nelle prime 100 posizioni, molti sono i comuni che fanno parte di un consorzio. Tra questi abbiamo 59 veneti e 33 trentini. Nella classifica dei comuni sotto i 10.000 abitanti residenti nell'Area nord, tra i primi 15, troviamo 14 comuni della provincia di Trento. E tra i comuni con più di 10.000 abitanti, tra i primi 15, troviamo 14 comuni della provincia di Treviso. Quindi, in questa fase di egemonia dei sistemi di gestione del Nord Est, tra i piccoli comuni funzionano meglio i gestori del Trentino, mentre, tra i comuni più grandi, la provincia di Treviso (servita prevalentemente dal Consorzio Intercomunale Priula e dal Consorzio TV3), non ha rivali. Nelle regioni centrali d'Italia, ci sono i comuni di due consorzi marchigiani.

“Il proliferare dei consorzi è la prova che fare sistema nel proprio territorio – ha detto Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente – ha ricadute importanti sull'economia locale e nazionale, alimentando il commercio e il mercato dei materiali di cui si avvalgono migliaia di imprese che riutilizzano la materia prima. Inoltre, i comuni ricicloni, sottraendo quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti alla discarica, contribuiscono al contenimento di circa 3 milioni di tonnellate di CO2. Se si fosse reso necessario sostituire le materie riciclate con sostanze nuove e vergini da estrarre, fondere, raffinare per produrne di nuove, avremmo dovuto bruciare altri combustibili fossili. Anche questa è Green economy”.
Le grandi città.
Assenti dalla classifica quest’anno le grandi città: Milano è ferma al 35% circa, come 15 anni fa. Ma il capoluogo lombardo ha avviato su 200 mila abitanti la raccolta dell'umido da cucina per verificare la qualità della raccolta e con il 98% di purezza del materiale, ottiene un ottimo risultato. Da segnalare Torino, che giunge a un buon 42%, ma nei quartieri dove ha attivato il servizio “porta a porta” ha superato il 60%. Bocciate Roma, dove la raccolta domiciliare col sistema misto continua a non funzionare e Napoli, ancora alle prese con l’emergenza e in attesa dell’estensione del porta a porta – prevista da settembre - messa in campo dalla nuova Giunta.

Le regioni
Le tre regioni più virtuose sono il Veneto che svetta ancora in cima alla classifica con una percentuale del 65,6% di amministrazioni virtuose sul totale dei comuni, seguito ancora dal Friuli Venezia Giulia con il 34,2% e dal Trentino Alto Adige col 28, 3%, con ben 30 comuni in più rispetto al 2010. La Lombardia, prima regione riciclona della storia d'Italia è oggi solo al quarto posto con il 21,4%. La Liguria sta cominciando a muoversi e diversi piccoli e medi comuni stanno crescendo: per ora nella classifica fa capolino solo Noli (Savona), comune rivierasco e turistico, che ha saputo superare le relative difficoltà di organizzazione della raccolta.
Le buone pratiche e le performance di successo si stanno diffondendo anche al Centro Sud. Le Marche sono la regione capofila dell'Area centro, grazie al lavoro svolto prevalentemente da due consorzi: Cosmari e Cir33. In classifica compaiono tre comuni dell’Umbria (Tuoro Sul Trasimeno, Piegaro, Giano Dell'Umbria) e c’è la conferma dei comuni del Lazio, già noti dai precedenti concorsi. In Toscana, a parte qualche rara e lodevole eccezione, si stenta ad affrontare col piede giusto la gestione dei rifiuti comunali. Anche al Sud nessuna grossa novità con la riconferma della Campania, che colloca nelle differenti graduatorie demografiche 48 comuni, seguita dalla Sardegna con 34 e dall'Abruzzo con 11 comuni.

I capoluoghi di provincia
Tra i capoluoghi segnalati solo due contano più di 100mila abitanti: Salerno e Novara. La classifica vede Verbania perdere la leadership a vantaggio di Pordenone; nell’elenco, cinque comuni del Nord e cinque tra Sud e Isole: Salerno appunto, che si conferma riciclone anche per quest’anno avendo ormai collaudato a fondo il sistema di raccolta porta a porta per i suoi 140mila abitanti, tre capoluoghi sardi (Carbonia, Oristano e Nuoro) e un altro campano (Avellino). Nessuno tra i capoluoghi del centro Italia, per il terzo anno consecutivo, supera la soglia prevista.

I comuni più piccoli
Per i comuni più piccoli si conferma una tendenza già segnalata nelle passate edizioni ma che, quest'anno, si mostra in maniera inequivocabile: i migliori sistemi di gestione dei rifiuti urbani sono nel Nord Est del Paese. Bisogna scendere fino alla 45a posizione, infatti, prima di incontrare un comune che non sia veneto o trentino. Di questi, 21 sono in provincia di Treviso, 20 in quella di Trento, 2 in quella di Padova e uno, il vincitore Ponte nelle Alpi, in quella di Belluno.

Raccoglitore degli olii vegetali: un nuovo simbolo dei Comuni ricicloni
A partire dal 2007 gli abitanti di Ponte nelle Alpi, il vincitore 2011, si avvalgono di quattro bidoncini per la separazione dei materiali (carta-cartone, secco, umido, vetro-plastica-lattine) e di una tanichetta da 5 litri per la raccolta differenziata degli olii di frittura. Raccogliere separatamente gli olii alimentari non serve a ridurre i rifiuti, né a renderli facilmente smaltibili, ma è utile per aiutare la depurazione e evitare l’inquinamento delle acque. Inoltre, recuperando energia rinnovabile, riduce le emissioni di carbonio fossile. La battaglia per l'acqua e per l’energia pulita si vince anche così.
Comuni Ricicloni 2011 è stato realizzato da Ecosportello Rifiuti, lo sportello informativo di Legambiente per le pubbliche amministrazioni sulle raccolte differenziate, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare. In collaborazione con: Conai, Federambiente, Fise Assoambiente, Anci, Cial, Comieco, CoRePla, CoReVe, Cna, Rilegno, Consorzio Italiano Compostatori, Centro di Coordinamento RAEE, Novamont, Achab Group, Lab23, Tritech, Scuola Agraria del Parco di Monza e la rivista Rifiuti Oggi. Il dossier completo "Comuni Ricicloni 2011" è disponibile sul sito www.ecosportello.org. La diretta della cerimonia e i contributi video dai comuni su www.6pianeta.tv.

Nota: ** L'indice di buona gestione è un “voto” alla gestione dei rifiuti urbani nei suoi molteplici aspetti: recupero di materia, riduzione del quantitativo di rifiuti prodotti, sicurezza dello smaltimento, efficacia del servizio. Per migliorare il proprio indice di buona gestione un Comune deve quindi porre attenzione non solo all’incremento della percentuale di raccolta differenziata, ma anche alla diminuzione della produzione pro capite totale di rifiuti, all’incremento della raccolta differenziata dei RUP (Rifiuti Urbani Pericolosi), alla promozione del compostaggio domestico.

lunedì 26 settembre 2011

CIAO SERGIO


Con Sergio Bonelli se ne va un pezzo di storia del fumetto italiano. Il mio non è un pensiero preconfezionato, imbottito di retorica e dettato dall'enfasi da encomio, e non si tratta nemmeno di un parere strettamente personale viziato da una radicata passione per il fumetto. Ritengo piuttosto di poter esprimere un giudizio oggettivo (e, in linea di massima, condivisibile anche da chi non ha mai aperto un albo della Sergio Bonelli Editore) rispetto a colui che ha portato fuori dai ranghi fumettistici e reso celebre alle masse un certo settore del fumetto tricolore. Basti pensare al successo di personaggi del calibro di Zagor (da lui creato nel '61) o il fantascientifico Martin Mystere, ma soprattutti a quel Dylan Dog, divenuto insieme a Tex un'autentica icona pop non soltanto tra i numerosissimi lettori ma nell'immaginario collettivo di un'intera generazione. Intuizioni che solo alle menti geniali non sfuggono. E il padre di Mister No univa un'innata genialità ad una sana passione per il proprio lavoro. "L'argomento Futuro -sosteneva infatti Bonelli in una famosa dichiarazione che oggi fa venire la pelle d'oca- è un lusso che non posso concedermi, data l'intensità con cui vivo il presente! E' ora di tornare alle tavole da revisionare, alle copertine da correggere, ai tanti nuovi progetti in cantiere che mi aspettano. L'unico accenno al futuro, può, al massimo, riguardare ciò che farò nei prossimi minuti". La sua morte ci porta via un grande uomo, ma ci lascia in eredità un grande insegnamento e un esempio da trasmettere alle nuove generazioni che andranno ad operare nel campo dell'arte e della cultura in generale. 

CRISI D'IDENTITA'?

Sono tornati. La band che ha dato gli albori all'hardcore melodico valligiano presenta il terzo tassello della propria discografia, dopo il disco d'esordio “In Fede” e il secondo full-lenght “The life I like”. Una lunga gestazione, mesi in studio di registrazione, totale essenza di concerti e svariate proroghe sull'uscita del disco avevano fatto crescere l'attesa per il nuovo lavoro degli Inedya. “Crisi d'identità” è il titolo del disco, ma anche il manifesto del radicale cambiamento della band, tra cambi di formazione ed evoluzioni stilistiche. Parola degli stessi musicisti nonesi che mettono nero su bianco la genesi del disco: “Tutti i testi e la musica sono stati scritti dagli Inedya negli ultimi quattro anni dopo un inaspettato cambio di line-up che ha visto subentrare al basso Pol al posto di Pingui. Ciò ha aperto al gruppo nuovi scenari ma ha anche creato una crisi d'identità al suo interno. Questo è il risultato”. L'ingresso di Pol ha, di fatto, portato nuove idee soprattutto in fase compositiva e nella stesura dei testi. Il cantante dei Congegno scrive infatti quattro brani su dodici e porta un sostanziale contributo alle musiche e agli arrangiamenti. Alla voce/chitarra e alla batteria ci sono ovviamente i gemelli Ronny e Omar, due tra i musicisti (e personaggi) più influenti della scena underground trentina, fondatori della band nel lontano '96. All'altra chitarra ritroviamo il virtuoso Mark, che stavolta ci regala anche un brano scritto e cantato da lui (“Dato alla società”). L'album si apre con l'intro strumentale “John isn't well anymore”, 45 secondi che introducono “Knowin'me”, canzone già eseguita nelle ultime esibizioni prima della lunga sosta. Lo “stile Inedya” è inconfondibile e già da questa prima song risalta l'ottima produzione del disco e leccellente qualità della registrazione. La seguente “Convivenza” è un curioso e un po' ironico brano scritto da Ronny. La musica è graffiante, la canzone vola via sulla batteria martellante di Omar e le ritmiche ben sostenute dal gruppo. “Inutile tentare” e “Oops” sono i primi due pezzi dell'album scritti dalla new entry Pol. Da questi lavori risulta chiaro come l'ingresso del giovane bassista possa rappresentare l'autentico valore aggiunto della band. Anche se alcune peculiarità proprie degli Inadya sono rimaste le stesse (merito anche di Ronny, Mark e Omar che hanno saputo creare un sound assolutamente riconoscibile e originale), è indubbio che in 15 anni molte cose siano cambiate. Basta confrontare questo lavoro con il disco d'esordio per rendersi conto dell'evoluzione stilistica (anche caratteriale?) del gruppo. “Wash your head!” e “Il meglio di me” sono scritte da Ronny che dimostra di aver ritrovato l'ispirazione e ci regala due gioiellini, alternando testi in inglese e in italiano con la consueta dimestichezza. Il brano scritto da Mark è una gradita sorpresa (qualcuno ricorda un gruppo chiamato “Prea”?) pervasa da un sentimento di amarezza e disillusione. “Standard”, scritta da Pol, è invece uno dei momenti migliori dell'album e rende l'idea dell'immenso potenziale che la band potrà mettere in mostra nelle esibizioni live. “Antics”, “Presto o tardi” e “Credeva che la chiesa” (probabilmente l'apice creativo di Pol) tengono alta la qualità di questa parte finale del disco: le ritmiche e le intersezioni melodiche sono davvero ben strutturate, voci e cori di Ronny e Pol si integrano pefettamente. I quattro musicisti nonesi ci salutano con “L'attenzione di un distratto”.  
Gli Inedya tornano prepotentenmente sulla scena con la ferma intenzione di confermarsi maestri del punk noneso. Questo non è un disco che metterà tutti d'accordo. Non subito almeno. Siamo assai lontanti dall'immediatezza del passato. Le canzoni sono più curate e quindi anche l'ascolto deve essere più attento. Sicuramente ci troviamo di fornte ad un momento di transizione. Ma aspettiamo di vederli all'opera nel loro habitat naturale (palchi e festival) per esprimere un giudizio più ponderato.

there is nothing to delay





Una delle realtà musicali più interessanti e innovative del panorama provinciale ci regala un gioiellino che si impreziosisce ad ogni ascolto, tante sono le sfumature da cogliere. “On the origin of species” dei The Squirties è l'album trentino dell'anno (se nessuno storce il naso dopo questa dichiarazione significa che molto probabilmente la band ha fallito l'obiettivo e il sottoscritto ha preso un abbaglio). Continua la ricerca sonora dei 5 valsuganotti che, dopo l'ottimo “Gangbangers from planet X” dimostrano di non aver perso l'ispirazione ma, anzi, di aver trovato nuova linfa creativa. Il disco è diviso in nove tracce ben strutturate e complesse che, anzichè appensantire l'ascolto, lo rendono incredibilmente scorrevole (ovviamente dopo lo smarrimento dei primi 5 ascolti!). Le chitarre di Azza e Carmelo (nomi reali quanto la parrucca di una prostituta) inventano riff a volte acidi a volte maledettamente orecchiabili, ma mai banali, mentre basso e batteria costruiscono una progessione ritmica distante anni luce dalla geometria e dalla regola, ma squisitamente scomposta e imprevedibile. L'eccellente produzione del disco valorizza anche l'ottima prova di Simone Floresta alla voce. Le influenze spaziano dall'indie allo stoner, con qualche strizzata d'occhio ai principali sottogeneri della musica rock alternativa. Tuttavia, parlare di influenze nei confronti dei The Squirties è sin troppo riduttivo, viste le innumerevoli peculiarità del loro particolarissimo sound. “Handle with care” e “Fixed at you” ben rappresentano la capacità di inventare e di spaziare nei meandri più reconditi della creatività, “Lucille” è un autentica perla che si inchioda nel cervello e non esce più, mentre la title track è forse uno dei momenti migliori dell'intera produzione della band. Ma in realtà non esistono “riempitivi”: ogni singola canzone vive di luce propria e rappresenta un tassello fondamentale di questo splendido mosaico rock. Il disco va ascoltato dalla prima all'ultima traccia, ma soprattutto va ascoltato. Decine di volte, se si vuole coglierne l'essenza (e scoprire che, in fondo, i ragazzi si divertono un sacco a prendersi/ci un po' per le palle). Una ventata d'aria fresca per la scena musicale trentina, una realtà in bilico tra la crescente proliferazione di band e un'allarmante difficoltà nel trovare la propria identità. Non ci resta che assistere a qualche live per confermare o rinnegare quanto scritto.

A Noi Piace la Paura


A partire dal 1611 l’Anaunia fu teatro di un lungo e straordinario processo di stregoneria dal tragico epilogo: dieci persone, sette donne e tre uomini, furono strangolate e poi bruciate sui roghi allestiti davanti al tristemente noto Palazzo Nero di Coredo, e altre diciannove furono condannate a pene pecuniarie o corporali”.



 
Dopo “Il Muro” del 2009 e “La Terapia” dell'anno seguente, il terzo progetto artistico de “La Chiave” ha affrontato la tematica della “Paura”.
Come nel caso dell'anniversario della caduta del Muro di Berlino, anche stavolta siamo partiti da un evento storico ben definito che fungeva da pilastro sul quale abbiamo strutturato il progetto ma che, puntualmente, si è ridotto ad uno mero spunto di riflessione per una più ampia analisi della tematica proposta dai curatori.
Le differenze sostanziali con il soggetto che ispirò il percorso del “Muro” si riscontrano nell'ambito geografico e nella portata storica dell'evento in questione. Non si tratta più di un evento epocale che interessa trasversalmente la geopolitica mondiale (come fu nel caso della caduta del regime sovietico), ma ci si focalizza su una delle più interessanti peculiarità storiche del paese natale e cuore pulsante de “La Chiave”: Coredo.
Quale occasione migliore per rendere omaggio al “Fior dela valada” (“il fiore della vallata”, questo l'epiteto storicamente attribuito a Coredo dagli abitanti della Val di Non) e per realizzare un progetto così stimolante e suggestivo se non il quattrocentesimo anniversario dell'inizio di una delle più controverse ed inquietanti vicende che hanno investito la vallata anaune?
Il progetto artistico “A chi piace la Paura?”, ideato dall'associazione La Chiave, era incardinato in un'iniziativa culturale più articolata promossa dall'assessorato alla cultura del comune di Coredo nell'agosto 2011 e denominata “1611-2011. Dall'inquisizione d'Anaunia ai giorni nostri”.
Si è trattato di una vera e propria “settimana della cultura” incentrata sulla tematica della stregoneria, della superstizione e della paura, sullo sfondo delle misteriose vicende legate al fenomeno inquisitorio (ma anche ispirate dall’affresco storico di una società rurale, povera e chiusa al mondo esterno, profondamente angosciata dalla minaccia della fame e dal timore delle epidemie e della morte).
Questa rassegna storico/artistica, la prima di una serie di appuntamenti culturali incentrati su tematiche specifiche che il comune di Coredo intende portare avanti, era strutturata in due sezioni: quella storica (conferenze, visite guidate ai luoghi dei processi e delle esecuzioni) perseguiva l'obiettivo di recuperare un frangente fondamentale del patrimonio storico/culturale di Coredo, mentre quella artistica (pittura, scultura, cinema, musica) ha riproposto in larga misura il marchio di fabbrica dell'associazione La Chiave, offrendo uno spazio di visibilità agli artisti emergenti e mettendo in luce la vivacità del panorama artistico giovanile, soprattutto quello locale.
Rispetto ai primi due progetti, in cui gli artisti partecipanti venivano invitati direttamente dai curatori senza alcun tipo di selezione, stavolta si è deciso di proporre un “concorso di idee” incentrato sulla tematica proposta.
L'ingente numero di adesioni e di progetti pervenuti, la qualità delle opere presentate e la partecipazione di artisti provenienti da tutta la penisola hanno dato ragione alla scelta operata dagli organizzatori e messo in luce un ulteriore passo in avanti dell'associazione che ormai vede nella professionalità un elemento imprescindibile.
Gli artisti locali sono rimasti ovviamente in primo piano (rappresentavano i 2/3 dei selezionati), ma la presenza di “artisti ospiti”, oltre che essere motivo di orgoglio per l'associazione, è un chiaro segnale di apertura verso nuovi orizzonti artistici e collaborazioni fuori provincia.
La settimana della cultura ha offerto inoltre un ulteriore motivo di interesse: essendo strutturata in diverse zone del paese consentiva al visitatore di riscoprire i luoghi più caratteristici e suggestivi del centro storico coredano.
La mostra artistica “A chi piace la paura?”, evento di punta dell'intera manifestazione, non poteva che trovare dimora nella prestigiosa Casa Marta, residenza rinascimentale, sede espositiva e centro culturale tra i più importanti delle valli del Noce.
“Il legno riprende vita”, il tradizionale simposio di scultura coredano (per l'occasione incentrato sulla tematica della stregoneria), ha animato il centro storico rievocando arti e mestieri di antiche origini. La biblioteca comunale, sede degli archivi che conservano gli scritti e i documenti relativi ai processi alle streghe, ha ospitato invece la conferenza del professor Maurizio Erlicher, massimo esperto di storia locale.
La sezione cinematografica nello storico “Cinema Dolomiti” non poteva che essere affidata a Michele Bellio, esponente dell'associazione La Chiave, giovane regista e critico cinematografico.
La proiezione in pellicola de “La Maschera del demonio” di Mario Bava, capostipite dell'horror made in Italy, rappresentava il fiore all'occhiello della rassegna, e il cortometraggio girato dallo stesso Bellio è stato un'ulteriore prova di come il panorama artistico sia attivo e in crescita su vari fronti.
In una settimana della cultura dedicata all'Inquisizione d'Anaunia non poteva mancare una visita guidata nel luogo più caratteristico e rappresentativo dell'intera vicenda, quel Palazzo Nero che fu sede dei processi del '600 e dell'esecuzione capitale di 10 persone.
Arte e storia si sono intrecciate ancora una volta in un progetto ideato dall'associzione La Chiave che continua la propria attività grazie alla passione messa in campo dai propri esponenti e alla collaborazione sempre più prolifica con altre realtà associative presenti sul territorio.

Mentre all'orizzonte si intravedono chitarre e amplificatori, un parco pieno di giovani e 7 chiavi...